Integrare una strategia di video marketing è un'esigenza sempre più importante per i brand che vogliano migliorare la propria comunicazione.
Un assunto confortato dai numeri. Secondo il report Online Video Forecasts di Zenith, gli italiani hanno guardato in media contenuti video online per 192 minuti al mese nel solo anno 2018, con un incremento di 19 minuti a testa rispetto al 2017. Nel 2020 la cifra è ulteriormente aumentata: 226 minuti al mese. Boom determinato, in gran parte, dal moltiplicarsi dei dispositivi di riproduzione, come smartphone e tablet.
Numeri di questo genere impongono una generale riflessione sullo stato dell'arte del video marketing in Italia. YouTube e Facebook continuano a essere le piattaforme dove i contenuti video viaggiano più efficacemente. Secondo i dati diffusi nel 2020 dalla società fondata da Mark Zuckerberg, un video su Facebook ha un tasso di coinvolgimento del 7,59% a fronte del 4,63% di un'immagine statica o di una gif (con queste ultime che funzionano meglio, sempre secondo la società statunitense, sulle piattaforme di live chat come Whatsapp).
A ciò si aggiungono "nuovi" attori nel panorama delle piattaforme social. Instagram nasce come contenitore e condivisione di foto, ma ben presto - prima attraverso le stories, poi attraverso i reel - ha aperto le sue porte anche ai contenuti video. Un case study, a tal proposito, è eloquente: il marchio Cera di Cupra, brand di prodotti femminili per la cura del corpo - ha dichiarato che le campagne di sponsorizzazione basate su creatività video, rispetto al contenuto statico, hanno ottenuto il 40% in più di visite al profilo a parità di investimento, con una conversione in follower del 45% superiore.
Secondo il rapporto di Wyzowl The State of Video Marketing 2020, l'85% delle aziende prese in esame utilizzerà contenuti video nei prossimi cinque anni; Il 99% delle aziende afferma di voler continuare per tutto il 2020; Il 96% degli utenti sostiene di aver sfruttato il mezzo video per conoscere meglio un prodotto o un servizio; Il 74% degli utenti intervistati ha dichiarato che vedere un video di brand li ha convinti a comprare/scaricare un’app o un software.
Fin qui la panoramica delineata dai numeri. Secondo una ricerca effettuata da Vidyard ci sono, però, anche dei parametri di stampo qualitativo affinché un brand decida di affidarsi ai contenuti video per la propria comunicazione digital. Prima di tutto: i video creano e coltivano la fiducia. Secondo il campione di utenti intervistato, contenuti di questo tipo avvicinano di più al brand poiché veicolano meglio l'immagine di chi c'è dietro. In parole povere: vedere le facce, sentire le voci, avere quasi la sensazione di conoscere le persone che vediamo sugli schermi dei nostri device, crea un rapporto maggiormente empatico di quanto non facciano immagini statiche o contenuti solo testuali.
I video generano conversioni e vendite meglio di qualunque altra creatività. Oltre all'esempio prima citato di Cera di Cupra, il 70 percento delle aziende-campione intervistato da Vidyard, dichiara che incorporare un video all'interno di una landing page migliora dell'80% il tasso di conversione degli utenti per quanto concerne la vendita di un prodotto o servizio.
I video si sposano perfettamente con la fruizione da dispositivi mobili. Secondo il Global Video Index di Brightcove 2020, in Europa la fruizione tramite smartphone è cresciuta del 69% rispetto al 2019, mentre le visualizzazioni sui tablet sono aumentate del 52%. Inoltre, Google ama particolarmente i contenuti video. Ebbene sì: inserire un video su YouTube significa aumentare il posizionamento SEO e l'indicizzazione in modo organico, alla stregua dell'utilizzo di parole chiave particolarmente utili allo scopo.
Questo breve excursus mostra come i contenuti video, oltre che fondamentali per un efficace programma di marketing integrato, siano molto diversificati tra loro: dal branded content allo spot di prodotto, fino ai contenuti più "basici" come le stories per Instagram o i video di TikTok. L'ormai famosa "società dell'immagine" si è pienamente trasferita sul web, consentendo modalità espressive prima impensabili accessibili a chiunque preveda di incrementare - migliorandola - la propria presenza sui social media.
